Esclusiva – Marco Selleri: “Biglietti ai tifosi? Il ciclismo è nato per passione, non per lavoro. Sono molto contrario”

Anche Marco Selleri si espone sul tema dei biglietti per i tifosi nel ciclismo. Il Direttore delle corse organizzate da ExtraGiro, tra cui spicca il Giro della Romagna, ha condiviso qualche riflessione sul dibattito che sta dilagando nelle ultime settimane. La disputa è nata dall’ex team manager Jérôme Pineau, che nel podcast Grand Plateau di RMC Sport ha avanzato la proposta di far pagare il biglietto ai tifosi che si recheranno sull’Alpe d’Huez in occasione della ventesima tappa del Tour de France 2026. Il modello del ticketing del ciclismo, in realtà, non sarebbe del tutto nuovo: Filippo Pozzato ha raccontato come funziona nella sua Veneto Classic, dove la sua PP Sport Events ha allestito uno spazio sulla Tisa con maxischermo, dj set e stand con il cibo al costo di 10€.

Contattato in esclusiva dalla redazione di SpazioCiclismo, Marco Selleri ha condiviso la sua opinione sul tema del ticketing nel ciclismo: “Io sono contrario. Già è difficile avere pubblico al di fuori del Giro d’Italia, della Milano-Sanremo e del Lombardia. Si salva un po’ l’Emilia che ha questo bel finale a San Luca, che aiuta a raccogliere pubblico. Per le altre diventa difficile. Non credo sia la medicina per risolvere il problema. Se uno si va a leggere la storia del nostro sport, capisce che inizialmente tutte le gare, a parte quelle a tappe più importanti, nacquero per passione e non per lavoro. È ovvio che i tempi sono cambiati, ci sono molti oneri in più rispetto a parecchi anni fa e di conseguenza l’organizzatore deve tribolare un po’ di più”.

“Se devo fare una nuova ergonomia del ciclismo – prosegue il Direttore delle corse di ExtraGiro – al primo posto metto squadre e corridori, insieme agli organizzatori. Tutti questi devono cercare i fondi. La cosa si intrinseca: a pioggia, sotto il rettangolo organizzatore bisogna cercare soldi per UCI, FCI, tasse. E poi le squadre devono pagare gli stipendi. Tolto RCS che ha una visibilità mondiale con Giro, Sanremo e Lombardia, non abbiamo tanto pubblico. Per me il pubblico deve venire per passione, come l’organizzatore deve organizzare per passione, senza rimetterci soldi. Quello che arriva in più deve servire per tenere da parte per quando la visibilità e gli sponsor diminuiscono”.

I soldi per il biglietto dei tifosi, secondo Marco Selleri, potrebbero essere impiegati per aiutare lo sviluppo del ciclismo italiano: “Quest’anno abbiamo avuto la fortuna di avere una Lega Ciclismo Professionistico guidata da Roberto Pella con delle iniziative importanti. Chi ha trovato risorse perché aveva risparmiato qualcosa ha inserito la corsa delle donne, io ho inserito la corsa degli allievi. Le risorse vanno spese per il bene del ciclismo. Ma se dobbiamo far pagare il biglietto, allora tanto varrebbe far fare al pubblico la tessera della Federazione Ciclistica. Abbiamo il ciclismo giovanile che è in crisi, per tanti motivi. Siamo un Paese industrializzato, la viabilità è cambiata, i genitori preferiscono far fare ai ragazzi tennis o calcio. Il nostro pubblico è fatto di appassionati: non va bene prendere i soldi dalle tasche delle persone che potrebbero pagare gli istruttori“.

Il modello ‘Giro delle Fiandre’ non è quindi praticabile: “Sono molto contrario a far pagare il biglietto ai tifosi. Io ho visto gli ultimi 5 Giri delle Fiandre: se vuoi pagare vai nelle hospitality a 400 euro, se no puoi stare lungo i muri gratuitamente. Secondo me far pagare può essere solo una medicina momentanea. Si può provare a vedere cosa succede, ma non risolvi il problema del momento, dove la ricerca fondi è critica per tutti. Non mi metto contro gli altri organizzatori, il bello è poter mettere a confronto le idee e cercare di sviscerarle il più possibile. Abbiamo una lega pronta per portare avanti i professionisti”.

In chiusura, comunque, Selleri specifica che non vuole sminuire o denigrare quanto hanno provato a fare altri organizzatori, a cominciare proprio dalla PP Sport Events di Filippo Pozzato: “Non nego la bontà del lavoro che stanno facendo altri organizzatori. Secondo me, Pozzato è sulla strada giusta. È ovvio che se avesse una data con l’aspetto agonistico più appetibile sarebbe meglio per lui”.

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